12 Marzo 2019

MAL COMUNE…..POCO GAUDIO!

L’andamento dei mercati finanziari nel 2018

 

Il 2018 passerà alla storia come un anno molto difficile per i mercati finanziari, conclusosi con risultati estremamente negativi in termini di performance.

 

Due simultanei sviluppi hanno determinato e guidato tale contesto di mercato.

 

Primo, le banche centrali globali hanno invertito anni di politiche monetarie accomodanti dopo il picco di liquidità nel 2016-2017.

 

Secondo, i rischi geopolitici sono aumentati, la mancanza di trasparenza ha determinato diverse sorprese nei mercati con conseguente volatilità e ondate di vendita da parte degli investitori. Le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina, unite alle preoccupazioni circa la crescita cinese, ed il clima di instabilità di alcuni paesi in Europa possono essere annoverati tra le principali cause dell’andamento dei mercati finanziari nel 2018.

 

Le performance dei mercati finanziari hanno registrato dei rendimenti negativi per la quasi totalità delle asset class.

 

Gli indici azionari hanno mostrato andamenti volatili, con un’accelerazione ribassista nell’ultimo trimestre determinata dalla persistente incertezza, dalle preoccupazioni sull’evoluzione della crescita e della revisione al ribasso delle attese degli utili, trascinando il mercato azionario globale in un calo di oltre 8%.

 

Gli Stati Uniti hanno macinato rialzi per buona parte dell’anno, sostenuti da buone notizie sul fronte utili e da dati macro positivi, ma negli ultimi due mesi dell’anno hanno subito l’impatto di forti pressioni di vendita che hanno colpito anzitutto il settore tecnologico e hanno  portato il risultato finale delle borse in territorio negativo per la prima volta dal 2008.

 

L’Europa ha registrato cali generalizzati, principalmente dovuti al clima di incertezza e alle preoccupazioni sull’evoluzione del commercio globale, fattore rilevante vista l’importanza delle esportazioni come motore di sviluppo economico.

L’area dei mercati emergenti ha subito gli effetti delle tensioni sui dazi e di alcuni eventi specifici su singoli paesi, con perdite di oltre il 14%.

 

Anche il debito societario ha risentito dei timori emersi dopo l’estate di un rallentamento dell’economia globale e dei rischi geopolitici, traducendosi in differenziali di rendimento verso i titoli governativi in allargamento

 

Insomma, “un anno da dimenticare”, come è stato da molti descritto, che non ha risparmiato neppure i fondi pensione italiani, che hanno  chiuso l’anno in rosso in massa  per la prima volta negli ultimi dieci anni.